Che se ne fa Google dei dati di un Comune?
"Scusi, ma Google che se ne fa dei dati di un Comune"? Alla domanda di un ipotetico funzionario pubblico alle prese con l’open data, risponde Laura Bononcini, con uno dei motti alla base del successo del business di Google: put the user first. In altri termini, spiega “facciamo dei dati quello che l’utente vuole che ne facciamo. Rispondiamo al bisogno dell’utente di accedere ai dati della pubblica amministrazione, aiutando d’altro canto l’amministrazione a rendere i dati fruibili”. Alla domanda: "si paga?", risponde: "Ci sono strumenti a pagamento, ma ci sono anche tanti dati messi a disposizione gratuitamente”. E procede con esempi e prossimi passi nella strategia di Google per l'Italia.
Allegati
Nello stesso convegno Vai al programma
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- IODL - Italian Open Data License, un licenza per i dati pubblici italiani
- Come si misura il ROI - Return on investment dell'open data pubblico?
- Se la pubblica amministrazione apre i dati, cosa ci guadagnano i cittadini?a cura di Guido Scorza (Studio SR&Partners, - Associazione Italiana per l’Open Government)
- Che se ne fa Google dei dati di un Comune?a cura di Laura Bononcini (Senior Policy Analyst - Google)
- L’open data, dalle parole ai fatti: un funzionario pubblico in cerca di risposte
- Come si fa la pubblica amministrazione open by default? Regione Piemonte, istruzioni per l'uso
- L'open data dalle parole ai fatti. Ma cosa dice la norma?a cura di Elio Guarnaccia (Avvocato amministrativista - Istituto Politiche Innovazione)
- Perché IWA Italy partecipa al contest APPSFORITALY
- APPSFORITALY, il commitment di Consorzio Top IX
- Intervento di chiusura al convegno PA.05 "L’open data: dalle parole ai fatti"